Le sei malattie infettive più frequenti che può contrarre un Oss
Cari colleghi, il nostro lavoro ci espone quotidianamente a dei pericoli. Il più frequente, lo abbiamo già sottolineato in più di un’occasione, è dato dal rischio biologico, cioè quello derivato dal contatto diretto con materiale biologico (feci, urina e sangue). Se non lo avete già fatto, vi invito alla lettura di un mio recente articolo dal titolo Rischio biologico: dieci consigli per scongiurarlo. Nell’articolo di oggi parlerò invece delle sei malattie infettive più frequenti che può contrarre un Operatore Socio-Sanitario, ma anche un medico, un infermiere o un qualsiasi altro professionista della sanità. Non è mia intenzione creare allarmismo, ma è assolutamente doveroso ampliare quanto più possibile la rete di informazioni in questo campo per scongiurare rischi inutili. Prima di cominciare con l’esposizione voglio fare però una premessa. Molte malattie infettive non compariranno su questo elenco perché considerate rare nei paesi industrializzati e quindi difficilmente contraibili in ambito assistenziale.
#1 Mononucleosi.
Conosciuta da tutti come “Malattia del bacio” in quanto viene trasmessa tramite la saliva, la mononucleosi può essere in realtà contratta anche in ambito sanitario. L’Operatore Socio-Sanitario per ovvie ragioni trascorre una buona parte della giornata a stretto contatto con pazienti potenzialmente infetti. Ipotizziamo che ad uno di questi pazienti “scappi” uno starnuto. Una gocciolina di saliva si deposita accidentalmente all’interno della bocca dell’operatore, ed il gioco è fatto. La mononucleosi è di origine virale, causata cioè dal virus Epstein-Barr. La malattia spesso è asintomatica, ma può manifestarsi anche con sintomi molto lievi e moderati: debolezza, spossatezza, febbre, ma anche ingrossamento della milza. Il periodo di incubazione va dai 30 ai 50 giorni.
#2 Scabbia.
Una malattia spesso sottovalutata, ma che in realtà può rivelarsi molto fastidiosa. La scabbia è causata da un acaro parassita, Sarcoptes scabiei, che si nutre delle cellule epiteliali dando origine appunto a questa malattia della pelle. La scabbia si trasmette tramite il contatto diretto e prolungato con un soggetto infetto. Il sintomo più comune è il prurito intenso. Accertata la presenza di uno o più pazienti colpiti da questa malattia, il personale sanitario presterà particolare attenzione durante le procedure di igiene della persona, nella gestione della biancheria intima, nel cambio di lenzuola, coperte, cuscini e materassi utilizzati dalla persona infetta. La gestione di questa malattia richiede la collaborazione di tutto il personale, dall’infermiere agli operatori socio-sanitari, ma anche degli addetti alle pulizie e alla cucina.
#3 Epatite A.
Si tratta di una malattia infettiva che colpisce il fegato ed è causata dal virus dell’HAV. L’epatite A si trasmette per via oro- fecale e quindi attraverso il contatto diretto con la persona infetta. Tra i sintomi più comuni stanchezza, vomito, nausea, febbre, ittero, ma potrebbe anche rivelarsi asintomatica. La malattia presenta un periodo di incubazione che intercorre tra le 2 e le 10 settimane. Le misure preventive più efficaci sono la profilassi vaccinale e l’osservanza delle norme igienico-sanitarie.
#4 Epatite B.
Causata dal virus dell’HBV, la malattia si trasmette tramite liquidi biologici, in particolare sangue e relativi derivati. L’Operatore Socio-Sanitario dovrà prestare particolare attenzione durante le procedure di igiene intima e l’esecuzione di servizi estetici vari, quali la rasatura della barba. Grande interesse dovrà mostrare nelle attività di soccorso di un paziente con perdita di sangue. L’operatore è tenuto sempre ad indossare i guanti e a coprire con dei cerotti presunte micro ferite presenti nelle proprie mani. Anche in questo caso la malattia può essere asintomatica, ma generalmente si manifesta con febbre, nausea, vomito, mancanza di appetito e dolori muscolari diffusi. In chiave preventiva, la malattia può essere scongiurata con l’esecuzione di un vaccino.
#5 Epatite C.
Causata dal virus dell’HCV, l’epatite C è una grave malattia infettiva del fegato che viene trasmessa attraverso rapporti sessuali e tramite contatto con il sangue della persona infetta. A noi interessa principalmente quest’ultimo punto, a meno che non abbiate intrapreso una relazione sentimentale con un vostro paziente, cosa altamente sconsigliata. Riducete al minimo il rischio con l’utilizzo dei Dpi (Dispositivi di protezione individuale) e prestate, anche in questo caso, particolare attenzione durante le attività di igiene. In particolare evitate che eventuali ferite del paziente possano venire a contatto con delle vostre ferite, magari dei piccoli tagli presenti nelle vostre mani e ai quali non avete prestato la benché minima attenzione. L’epatite C è una malattia cronica che può progredire verso la cirrosi epatica e tumori del fegato. Non è ancora disponibile un vaccino contro il virus dell’HCV.
#6 Aids.
Rappresenta sicuramente la malattia più grave che il personale sanitario può contrarre in ambito assistenziale. La Sindrome da immunodeficienza acquisita è una malattia autoimmune causata dal virus dell’HIV. Le modalità di trasmissione avvengono per rapporti sessuali e contatto diretto con il sangue della persona infetta. L’Aids colpisce il sistema immunitario rendendo chi ne è colpito maggiormente suscettibile ad infezioni e malattie gravi (tumori). Come tutti sanno, non esistono cure, né vaccini, contro l’HIV. Le misure preventive sono le stesse consigliate nei punti 3 e 4 di questo articolo.
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Se si usano le dovute misure igienico sanitarie non si infettano gli OSS e non si infettano i pazienti, evitando anche il traporto di batteri da un paziente all’altro ..il pulito si deve respirare non agognare!
Pure se qualche infermiere testa di caxxo, mette sul bancone un campione di feci prelevato da paziente infetto senza rispettare le procedure del caso e non chiude bene il tappo…
Chi ha stilato questo elenco di malattie trasmissibili probabilmente non ha tenuto conto delle conoscenze e della preparazione degli OSS, ma anche degli altri operatori sanitari.Basta proteggersi con gli opportuni presidi e mettere in atto tutte le misure di asepsi per creare le condizioni atte ad evitare rischi di contagio. Mi é sembrato più che volesse mettere l’accento sulla categoria, che é comunque una figura importante nell’ambito sanitario ma sottoposta alla responsabilità degli II.PP. che ne dispongono e assegnano i compiti.