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Il ruolo dell’OSS nella lotta alle infezioni correlate all’assistenza (ICA)

Il signor Giovanni è stato appena dimesso dall’ospedale dopo un piccolo intervento chirurgico perfettamente riuscito. Il giorno dopo però ha una forte febbre e viene trasportato al Pronto Soccorso. Durante i controlli si scopre che l’uomo, nel corso della degenza, ha sviluppato un’infezione alle vie urinarie dovuta, molto probabilmente, all’utilizzo di un catetere vescicale.

Quella appena raccontata è una storia inventata che tuttavia non si discosta molto dalla realtà. Da quanto si evince dal sito del Ministero della Salute, in Europa sono circa 4,1 milioni i pazienti che ogni anno contraggono un’infezione durante la degenza ospedaliera.

 

L’articolo di oggi pone al centro dell’attenzione il tema del ruolo dell’OSS nella lotta alle infezioni correlate all’assistenza (ICA).

 

Che cosa sono le ICA

Le ICA sono infezioni correlate all’assistenza sanitaria che il paziente contrae durante il ricovero in ospedale, o presso altre strutture, e che può manifestare anche nelle ore successive (48 ore) alle dimissioni. Le ICA rappresentano un vero problema per la sanità italiana. Basti pensare che ogni 100 pazienti, 6,3 sviluppano un’infezione nel periodo del ricovero in ospedale. (fonte ministero). Una questione che interessa anche il settore dell’assistenza domiciliare sebbene con un’incidenza decisamente più bassa (1 paziente ogni 100).

Il fenomeno riguarda soprattutto i pazienti, come nel caso del signor Giovanni, e in forma minore i visitatori ed il personale. Le infezioni vengono trasmesse attraverso il contatto diretto, o per via aerea o in modo indiretto, mediante il contatto con oggetti e superfici contaminate.

Quali sono le principali infezioni?

Le infezioni sviluppate con maggiore frequenza sono quelle urinarie, spesso associate all’utilizzo del catetere. Seguono le infezioni dell’apparato respiratorio (come polmoniti), le ferite chirurgiche e setticemie.

Secondo le statistiche, le infezioni urinarie rappresentano la maggioranza, con un’incidenza stimata tra il 35% e il 40%, di tutte le infezioni ospedaliere. Ma il dato più allarmante ci dice che il 50% di queste infezioni potrebbe essere evitato adottando pratiche igieniche più severe.

Queste infezioni naturalmente rendono ancor più problematico il quadro generale della Sistema Sanitario del nostro Paese. A causa delle ICA, infatti, le degenze ospedaliere si allungano impattando anche sui costi delle prestazioni sanitarie. A ciò si aggiunge il dato più allarmante che fa riferimento ad un aumento della mortalità come conseguenza diretta o indiretta dello sviluppo di infezioni ospedaliere.

Da quali fattori sono causate le ICA?

Le ICA sono causate da un insieme di fattori. Tra le principali cause bisogna fare riferimento:

  • A procedure invasive: l’utilizzo di cateteri, ventilatori meccanici e interventi chirurgici possono portare alla proliferazione di agenti patogeni.
  • A pratiche igieniche insufficienti: una cattiva igiene delle mani, il mancato o inadeguato utilizzo di DPI, o un’approssimativa sanificazione degli ambienti e delle superfici nosocomiali,
  • A resistenze antibiotiche: un fenomeno emerso negli ultimi anni per l’eccessivo utilizzo di farmaci antibiotici.
  • Alla fragilità del paziente: età, presenza di malattie pregresse.

Qual è il ruolo dell’OSS per contrastare le ICA?

L’OSS, in collaborazione con tutto il personale socio-sanitario (medici, infermieri, etc.) svolge un ruolo di grande rilevanza nella lotta alle Infezioni correlate all’Assistenza sanitaria.

Mettendo in pratica alcuni accorgimenti igienici, e seguendo specifici protocolli, l’OSS può ridurre notevolmente il rischio della diffusione delle malattie infettive negli ambienti ospedalieri. L’operatore dunque è una figura fondamentale nell’ambito della prevenzione di queste infezioni.

Quali sono le sue attività per contrastare lo sviluppo delle ICA?

Innanzitutto, un’accurata igiene delle mani. Le mani sono la principale fonte di trasmissione di agenti patogeni. Su questo argomento ho scritto questo articolo: il lavaggio delle mani da parte dell’OSS Quello che è importante sapere è che l’OSS deve lavare le mani prima e dopo il contatto con il paziente o con superfici nosocomiali.

In secondo luogo l’OSS è tenuto a rispettare i protocolli relativi all’utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuali (DPI), come camici, guanti monouso o sterili, mascherine, cuffie, occhiali protettivi, etc. L’utilizzo di questi dispositivi riduce notevolmente il rischio biologico e dunque la possibilità di contrarre e/o trasmettere una malattia infettiva.

Anche la sanificazione degli ambienti gioca un ruolo fondamentale. Un’accurata disinfezione delle superfici e dei dispositivi migliora la qualità dell’igiene ambientale ridimensionando il rischio legato alla proliferazione dei microrganismi.

Altri aspetti, più in generale, riguardano il riconoscimento dei sintomi del paziente e la consapevolezza dei rischi legati all’assistenza.

L’OSS, grazie alla sua formazione, è in grado di riconoscere i primi campanelli d’allarme di un paziente potenzialmente infetto (febbre, tosse, lesioni cutanee) e provvede a segnalare questi “segnali” al personale medico ed infermieristico.

Conclusioni

L’Operatore Socio-Sanitario, con la collaborazione di tutto il personale, svolge un ruolo di grande importanza nella lotta alle ICA. Un’attenzione maggiore delle norme igieniche, un utilizzo appropriato dei Dispositivi di Protezione Individuale, una corretta sanificazione degli ambienti e una maggiore consapevolezza del problema contribuiscono senza dubbio a ridimensionare il fenomeno.

Spero che questo articolo sia stato di tuo gradimento

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Marco Amico

Operatore Socio-Sanitario, blogger e giornalista. Ho 37 anni, una laurea in Lettere e Filosofia e la passione per la scrittura, le serie TV, le bici. Lavoro in una casa di riposo e nel tempo libero scrivo articoli d'interesse socio-sanitario.

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