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Rischio biologico: quali comportamenti deve assumere un OSS?

A volte basta una disattenzione, come dimenticare di indossare i guanti e aprire subito dopo una porta. Altre, invece, può capitare di toccarsi il viso senza prima essersi lavati le mani.

Questi piccole disattenzioni espongono inevitabilmente l’OSS, e in generale il personale sanitario, al rischio biologico.

In questo articolo vediamo quali comportamenti deve assumere l’OSS per ridurre al minimo questo rischio che risulta ancora molto elevato negli ospedali e nelle RSA.

Si tratta di un aggiornamento di un lavoro precedente, che risale a prima della Pandemia dal titolo: Rischio biologico: 10 regole per scongiurarlo.  Da allora, infatti tante cose sono cambiante negli ambienti sanitari, dove è richiesta, per ovvie ragioni, una maggiore attenzione da parte dell’OSS e di tutto il personale sanitario.

 

 

Che cosa è il rischio biologico?

Il rischio biologico rappresenta la possibilità da parte degli operatori di entrare a contatto con agenti patogeni e sviluppare malattie infettive. Questi agenti sono perlopiù microrganismi, come virus, batteri, funghi e parassiti, e sono presenti in sostanze come sangue, urine, feci, saliva.

Gli agenti biologici possono essere trasmessi tramite il contatto diretto, per via area o per ingestione, ed essendo l’OSS un lavoratore a stretto contatto con i pazienti, inevitabilmente è la figura maggiormente esposta a tale rischio.

La normativa in Italia sul rischio biologico

In Italia, la normativa sul rischio biologico fa riferimento al D.Lgs. 81/2008 sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro. Questa legge prevede:

  • l’identificazione e la valutazione del rischio,
  • l’adozione di misure di protezione collettive e individuali,
  • la formazione e l’informazione dei lavoratori.

Come l’OSS può ridurre al minimo il rischio biologico?

Dopo queste necessarie premesse, entriamo adesso nel vivo dell’argomento e vediamo come l’OSS può ridurre al minimo il rischio biologico.

Conoscenza ed identificazione del rischio biologico

Per prima cosa un OSS deve possedere una vera consapevolezza dei rischi effettivi del proprio ambiente di lavoro, sia che si tratti di un ospedale, di una RSA o di un ambiente domiciliare.

Per realizzare questo obiettivo l’operatore deve:

  • Partecipare ai corsi di formazione organizzati dalla tua struttura.
  • Tenersi aggiornato su eventuali nuovi protocolli di sicurezza.

Utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale

I DPI sono la barriera più efficace contro i rischi biologici, rappresentano l’ “armatura” di ogni operatore sanitario.

Ogni OSS dovrebbe utilizzare correttamente:

  • mascherine (chirurgiche o FFP2/FFP3 in base al rischio),
  • guanti monouso,
  • camici o grembiuli impermeabili,
  • occhiali protettivi o visiere.

Questi dispositivi sono diventati degli strumenti preziosi durante la Pandemia.

Igiene delle mani

Le mani sono il principale veicolo di trasmissione degli agenti patogeni. Ecco perché il lavaggio delle mani è considerato la misura preventiva più efficace.

Per scongiurare il rischio di contrarre una malattia infettiva l’OSS deve lavare le mani:

  • Prima e dopo il contatto con il paziente.
  • Dopo aver toccato superfici comuni o rifiuti sanitari.
  • Prima di mangiare o toccare il viso.

Accorgimenti: non applicare smalto, rimuovere orologi e bracciali, mantenere unghia corte.

Come farlo bene:
Utilizzare sapone antibatterico e lavare le mani per almeno 60 secondi. Quando non è possibile, optare per gel igienizzanti a base alcolica.

Per quanto riguarda questo argomento rimando a un altro articolo che ho realizzato su questo specifico argomento: Il lavaggio delle mani da parte dell’OSS

Igiene degli ambienti e dei materiali

L’igiene delle mani non è sufficiente per ridurre al minimo il rischio biologico. È necessario garantire pure un ambiente pulito per prevenire la diffusione di agenti patogeni. Per questo motivo le superfici, soprattutto quelle frequentemente toccate, devono essere igienizzate regolarmente.

Azioni da fare:

  • Disinfettare letti, carrelli, maniglie e dispositivi medici con prodotti idonei.
  • Ventilare gli ambienti per ridurre la concentrazione di agenti patogeni nell’aria.

Collaborazione: L’igiene dell’ambiente è una responsabilità condivisa, quindi è necessario lavorare in sintonia con il personale addetto alle pulizie.

 

Gestione Sicura dei Materiali Contaminati

Siringhe, medicazioni usate, guanti e altri rifiuti sanitari possono rappresentare un pericolo per il personale sanitario. Per questo è fondamentale seguire rigorosi protocolli nella gestione di questi materiali.

Taglienti e pungenti sono delle vere e proprie armi letali. Siringhe e aghi vari possono essere responsabili della trasmissione di alcuni virus, tra i più temuti HCV, HBV E HIV. E’ necessario fare sempre attenzione, per esempio, durante il rifacimento di un letto. Rimuovi sempre lentamente le lenzuola. L’infermiere può aver dimenticato accidentalmente, tra le coperte, una siringa usata, invece di buttarla nell’apposito contenitore dei rifiuti taglienti e pungenti.

Buone pratiche:

  • Usare contenitori appositi per rifiuti sanitari e per oggetti taglienti.
  • Evitare di comprimere i sacchi dei rifiuti per non rischiare la fuoriuscita di materiale infetto.

 

Riconoscere i Sintomi di Infezione nei Pazienti

Un OSS è spesso il primo a notare i segni di infezione in un paziente, come febbre, tosse o lesioni cutanee. Riconoscere tempestivamente questi segnali può prevenire il peggioramento della situazione e proteggere altri pazienti.

Cosa fare?

  • Segnalare immediatamente i sintomi sospetti al personale medico ed infermieristico.

 

 

Altri comportamenti

Adottare comportamenti responsabili

Considera sempre i pazienti come potenziali portatori di infezioni. Sebbene possa sembrare una forma di discriminazione, in realtà è una misura di prudenza essenziale. Non è necessario conoscere la storia clinica del paziente per adottare le giuste precauzioni. Il comportamento da tenere non deve variare, poiché è fondamentale applicare in ogni situazione tutte le misure preventive, indipendentemente dalle condizioni del paziente. Infatti, il rischio di contrarre infezioni non dipende dalla salute o dall’igiene del paziente, ma dal rispetto delle corrette pratiche di lavoro.

Portare sempre con se un gel antisettico

Non sempre è possibile avere accesso a lavandini con acqua corrente durante il lavoro. Per questo, è consigliato avere sempre con sé un gel antisettico, come l’Amuchina, che ti permette di mantenere le mani pulite in qualsiasi momento. In pochi secondi, questo prodotto riduce significativamente la presenza di germi e batteri sulla pelle, garantendo così un livello di igiene elevato anche in situazioni di emergenza.

Limitare l’uso dello smartphone durante il turno

Studi recenti hanno evidenziato che uno smartphone può contenere una quantità di batteri sette volte superiore a quella presente in un bagno pubblico. In ambienti sensibili come RSA, cliniche o ospedali, questa situazione può risultare particolarmente pericolosa. È quindi consigliabile evitare di utilizzare il telefono, soprattutto in reparti a rischio di infezioni. Se proprio è necessario, ricordati di non toccare il telefono con gli stessi guanti usati per maneggiare materiali contaminati. Una volta a casa, è importante pulire lo smartphone con una soluzione alcolica per garantire la sua igiene.

Prendersi cura di se stessi anche a casa

Al termine di una lunga giornata di lavoro, potrebbe essere tentante rilassarsi subito, ma è importante mantenere un livello di igiene adeguato anche dopo il turno. Una doccia con acqua tiepida e, se possibile, shampoo, è un modo semplice ed efficace per ridurre la carica batterica accumulata durante il lavoro e rinnovare il tuo benessere. Questo piccolo gesto non solo ti aiuterà a sentirti meglio, ma contribuirà anche a proteggere te e i tuoi cari da eventuali contaminazioni.

 

Marco Amico

Operatore Socio-Sanitario, blogger e giornalista. Ho 37 anni, una laurea in Lettere e Filosofia e la passione per la scrittura, le serie TV, le bici. Lavoro in una casa di riposo e nel tempo libero scrivo articoli d'interesse socio-sanitario.

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