Una “Piccola Oss” protagonista del libro di Samantha Dionigi
Un romanzo con protagonista un’Operatrice Socio-Sanitaria, lo stesso mestiere di chi lo ha ideato e scritto con passione e dedizione, durante i turni di riposo e i giorni di ferie. Una cosa assai insolita che ha destato la mia curiosità e spinto a mettermi in contatto con lei per una breve intervista. Il suo nome è Samantha Dionigi ed è un’Oss di 43 anni. “Piccola Oss” è il titolo della sua opera, pubblicata nel mese di agosto dalla casa editrice Publishing Diamonds, che pone al centro dell’attenzione del lettore la storia travolgente di Giulia, giovane, ma non giovanissima, Oss impegnata corpo ed anima nel suo lavoro segnato da sacrifici, sudore e pure qualche lacrima. La routine di Giulia, una “Cenerentola in corsia”, viene radicalmente stravolta dall’incontro con Paolo.
Indice
Qualche informazione sull’autrice.
Samantha Dionigi ha quasi 43 anni e vive ad Assisi. Oss da circa 15 anni, Samantha ha iniziato la sua attività professionale in una residenza per anziani di Perugia. Poco dopo trova lavoro in una clinica a Passignano sul Trasimeno.
Nel 2013 supera un concorso per soli titoli per l’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, dove lavora come Oss presso la SC di Pneumologia fino al 2016, quando vince il concorso di ruolo all’Asl Umbria1. Attualmente è impegnata nel reparto di Ostetricia e Ginecologia.
Un romanzo nato per caso, durante una giornata di relax a mare.
A volte l’intuizione avviene proprio quando meno te l’aspetti. E così è stato anche per l’operatrice di Assisi, che racconta come è nato il suo romanzo. “Un giorno ero con la mia famiglia al mare, avevo bisogno di riposo e così mi concentrai solo sul mormorio delle onde del mare – ha spiegato l’operatrice -. La storia travagliata di Giulia ha preso man mano forma. Non avevo basi letterarie, ma i personaggi erano chiari e decisi nella mia mente, facevano rumore, volevano uscire”.
“Anche gli Oss meritano un posto nei romanzi”.
Chi pensa che si tratta di una semplice storia d’amore sbaglia clamorosamente. L’opera di Samantha Dionigi ha toccato tematiche interessanti che il pubblico ha saputo cogliere ed apprezzare. Le recensioni dei lettori sono infatti quasi tutte positive. Fatto che ha letteralmente (e positivamente) spiazzato l’autrice di “Piccola Oss”. “Il mio libro parla di una grande storia di vita, d’amore, di fragilità umane e differenze sociali, che possono arrivare ad annientare le persone, tratta tematiche importanti e delicate e lo fa attraverso una di noi – ha sottolineato Dionigi –. Anche noi Oss meritiamo un posto nei romanzi. Anche noi viviamo grandi emozioni atti a far sognare ed emozionare il lettore. Perché dovremmo privarci di questa bella opportunità? Devo ammettere che sono stata stupita dalla reazione dei colleghi e dagli infermieri che sono stati i primi acquistare il libro e a recensirlo. Penso che abbiano apprezzato la quotidianità, la fragilità e il cuore grande di Giulia.
Samantha e Giulia.
Giulia, la protagonista del romanzo, è un’operatrice socio-sanitaria proprio come l’autrice del romanzo. I tratti in comune sono tanti ed inevitabilmente l’attività umana e professionale della scrittrice ha avuto un’influenza rilevante nella costruzione dei personaggi. “Non è un romanzo autobiografico ma è un riassunto di situazioni che ho vissuto personalmente – ha puntualizzato la scrittrice -. Tra me e Giulia esiste il cuore, la dedizione, le sofferenze ma anche i percorsi professionali.”
La solitudine degli Oss.
Grazie al contesto della storia narrata e al ruolo della protagonista, insolito per un romanzo di questo tipo, il libro offre inevitabilmente degli spunti di riflessione originali e ha il merito di spostare l’attenzione su una figura professionale, quella dell’Oss appunto, che ancora non gode della considerazione che meriterebbe. “Vivo in una realtà lavorativa molto difficile – asserisce la scrittrice – L’Oss è considerato poco o niente, specialmente sulle iniziative di reparto dove operiamo veramente con molta attenzione e ci dedichiamo all’assistenza della gestante e della puerpera in modo completo. Non veniamo mai menzionati su un articolo di giornale. Anche durante il Covid nessuno ha speso una parola per noi. Siamo quasi invisibili.”