Oss e lavoro a tempo determinato: proroghe e durata massima.
In più di un’occasione mi è capitato di leggere sui social e sul web in generale che i precari in Italia sono in netto aumento rispetto agli anni precedenti. Anche per quanto concerne la nostra categoria, cioè quella degli operatori socio sanitari, sia del settore pubblico, ma soprattutto del privato, viene spesso adottata questa forma contrattuale. Per la gestione dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19, per esempio, molte Asp ma anche tante aziende private hanno adottato questa soluzione. Ma esiste un limite di tempo oltre il quale un contratto a termine non può più essere rinnovato? Nei giorni scorsi ho ricevuto una email con cui un utente mi chiedeva fino a quanto tempo fosse possibile rinnovare un contratto di lavoro a tempo determinato. Dopo diverse ricerche su siti specializzati e qualche consulenza di lavoro tenterò di fare, con il presente articolo, un po’ di chiarezza in merito a tale, delicato, argomento.
Cos’è un contratto a tempo determinato?
Il contratto a tempo determinato (detto anche a termine) è una specifica tipologia contrattuale che prevede una durata del rapporto di lavoro predeterminata che si estingue automaticamente allo scadere del termine fissato prima dell’inizio della prestazione lavorativa, cioè al momento della firma dello stesso. I lavoratori che hanno stipulato questa particolare forma contrattuale sono, spesso impietosamente, definiti “precari” proprio per la mancanza di particolari garanzie che solo un contratto a tempo indeterminato può fornire. Tra tutte una maggiore certezza lavorativa futura. Secondo quanto riportato sul sito internet today.it, nel nostro paese il numero delle persone che non hanno un lavoro fisso ha superato alla fine dello scorso anno i 3 milioni. L’Italia inoltre è il quinto Paese dell’Unione Europea, dopo Belgio, Spagna, Francia e Croazia, per numero di lavoratori precari. Cifre che ci inducono inevitabilmente ad una riflessione. L’azienda, nonostante i vantaggi derivati da questa particolare forma contrattuale, tra tutti una maggiore flessibilità nella gestione del personale interno, ha tuttavia dei limiti. Per esempio, il numero dei dipendenti con contratto a tempo determinato non può essere superiore al 20%. Ciò significa che un’impresa formata da 100 dipendenti non può avere più di 20 lavoratori con contratto a termine.
Fino a quando può essere rinnovato un contratto a termine?
Ma andiamo alla domanda iniziale che ha posto l’utente con la sua email: esiste un limite oltre il quale un contratto a termine non può più essere rinnovato? La risposta ovviamente è sì ed è contenuta nel Decreto Legge n.87/2018, cosiddetto Decreto Dignità, convertito nella legge n.96/2018. La durata massima è 12 mesi senza causali, cioè senza l’obbligo da parte del datore di lavoro di dover espressamente specificare i motivi per cui tale contratto è posto in essere. Tuttavia la durata può essere elevata a 24 mesi purché sussistano alcune particolari condizioni, quali “esigenze temporanee e oggettive estranee all’ordinaria attività, esigenze sostitutive di altri lavoratori, esigenze connesse ad incrementi temporanei, significativi e non programmabili”. Dunque, un contratto a tempo determinato non può avere una durata superiore ai due anni. Detto ciò andiamo adesso alle proroghe, cioè alle possibilità di prolungamento del contratto in scadenza. Anche in questo caso la legge prevede dei limiti, ed esattamente che non si superi, nell’arco dei 24 mesi, il numero massimo di quattro proroghe. Nel caso in cui il numero delle proroghe sia superiore a quanto appena specificato, automaticamente il contratto si trasforma a tempo indeterminato.
La trasformazione di un tempo determinato in indeterminato vale eventualmente solo nel privato
Ho necessità di una risposta, buon giorno.. Sono un oss sono nel privato, al 1 giugno mi scade il contratto determinato, tocco il 24 mese, e ho già rinnovato 4 volte, vi chiedo gentilmente se passo indeterminato, grazie buona giornata